Alex Righetti, 30 punti a 35 anni: Intervista all’ala classe 1977 in forza alla Pepsi Caserta per questa stagione di Lega A 2011/2012.

di Redazione The Freak

Alex Righetti, 30 punti a 35 anni: Intervista all’ala classe 1977 in forza alla Pepsi Caserta per questa stagione di Lega A 2011/2012.

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Alex Righetti, 30 punti a 35 anni: Intervista all’ala classe 1977 in forza alla Pepsi Caserta per questa stagione di Lega A 2011/2012.

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Alex è nato a Rimini il 14 Agosto 1977 ed ha esordito nella massima serie nel ’97 proprio con la maglia di Rimini, sponsorizzata Pepsi a quel tempo. A Rimini aveva già giocato in A2, cominciando nel ’93 con la Olio Monini Rimini fino alla promozione del ’96 per proseguire poi fino al 2000 anno in cui firmò con la Roma allenata allora da Attilio Caja.

A Roma, con cui ha vinto anche la SuperCoppa Italiana e giocato in EuroLega, è rimasto fino alla Stagione 2006/2007 alla corte di Coach Repesa chiudendo la sua esperienza in terra romana con 6.1 pt di media a partita (aveva toccato e superato abbondantemente la doppia cifra nelle stagioni 2000/2001 – 14.2pt, 2001/2002 -12.4pt, 2004/2005 -10.1pt di media a partita).

Dal 2007 ad oggi ha viaggiato tra Avellino, vincendo la Coppa Italia nella stagione 2007/2008, Bologna -2008/2009 vittoria Coppa Europea Euro Challenge e 2009/2010 sempre a Bologna ma fuori rosa per scelta societaria-, e Varese, lo scorso anno allenato da Coach Recalcati: buona la sua stagione Varesina dove segna quei 7.2 pt di media a partita, cattura  quasi 3 rimbalzi a partita e tira con buonissime percentuali che gli valgono la chiamata da Caserta.

Con la Nazionale Italiana ha vinto un bronzo agli Europei di Svezia nel 2003 e un Argento Olimpico ad Atene 2004.

Alex è quest’anno sotto contratto con la Pepsi Caserta, allenato da Coach Sacripanti e, all’età di 35 anni, sta avendo un stagione a dir poco stellare: 11.1pt di media con il 52% da 2, il 43.2% da 3 ed il 94.9% a cronometro fermo.

Oggi, noi di TheFreak, abbiamo la possibilità  di intervistarlo direttamente e farci raccontare la sua carriera, le sue emozioni e perché no, farci svelare qualche piccolo segreto.

Con un padre pugile professionista, tu hai invece deciso di giocare a pallacanestro. Come mai? Cosa ti ha spinto a scegliere questo sport?

Mio padre non mi ha mai spinto verso il mondo della boxe ed io come tutti i bambini prima giocavo a calcio e poi, verso l’età  di 12/13 anni, ho iniziato a seguire un corso di basket insieme a mio cugino e da li e’ iniziato tutto: mi piaceva tanto come sport e lo trovavo più idoneo alle mie caratteristiche in quanto abbastanza più alto rispetto ai miei pari età .

Qual è stato il canestro che più ti ha emozionato e la partita che mai scorderai?

Ce ne sono tanti, ma quello di domenica allo scadere per agguantare il pareggio è’ uno che negli ultimi anni ricordo di più.

Anche di partite ce ne sono tantissime ma, se dovessi scegliere, la partita della finale Olimpica è quella sicuramente più importante ed anche la finale di Coppa Italia con Avellino e la finale con Bologna.

Hai qualche rito scaramantico prima di ogni partita e/o qualche gesto particolare che ami dopo aver realizzato un canestro particolarmente difficile?

No sinceramente nessuno.

Solitamente, ogni giocatore, ha un allenatore che nella propria carriera ha rappresentato un maestro di vita, un padre, un mentore. Chi per te ha avuto questo ruolo?

Il mio primo allenatore Paolo Carasso, il quale tutt’ora ogni anno d’estate dedica del tempo per migliorarmi o lavorare su alcuni aspetti del mio gioco, è sicuramente l’allenatore più importante ma ormai è come un fratello.

Mi sono trovato molto bene con quasi tutti gli allenatori che ho avuto e quest’anno ho la fortuna di essere allenato da coach Sacripanti, un grandissimo allenatore oltre che una gran persona.

Quest’anno, ho avuto la possibilità di assistere ad una tua partita (Virtus Roma vs. Pepsi Caserta) dove ho potuto apprezzare tutte le tue qualità di giocatore. Ricordo però i cori “poco carini che i tifosi romani ti han dedicato nel corso della partita ma tu, nonostante tutto, hai mandato a referto una prestazione da doppia cifra.

La domanda sorge dunque spontanea, l’insulto dell’avversario ti sprona a dare il meglio di te per smentirlo?

Dipende da persona a persona: c’è chi trova una forza ulteriore quando si viene insultati e chi si demoralizza; diciamo che a me piace smentire e sicuramente la cosa maggiore in cui credo è che il modo migliore per onorare la tua ex squadra sia quello di dare il massimo, così vale anche per i tifosi.

Le statistiche parlano chiaro ma, potendo chiedertelo, qual è il segreto del tuo tiro da 3, tuo punto forte? (Se non fosse il tiro da 3 il tuo punto forte, quale ritieni tu essere il tuo punto forte).

Il mio punto forte credo sia l’agonismo: a me non piace prenderle (forse questo deriva da mio papà) e quindi e’ chiaro che cerco di dare sempre il massimo.

Il mio tiro deriva comunque da anni passati in palestra a lavorare cosa che faccio tutt’ora ogni estate, segreti non ce ne sono.

Contro Teramo una strepitosa doppia-doppia (30pt e 10rb). Viene spontaneo da dire: Caserta vince e Righetti convince, e si fatica a credere tu abbia 35 anni anni. Dove trovi la forza, la motivazione e lo stimolo per fare così bene ancora oggi?

Come ti ho detto, sono uno a cui piace la competizione e quindi mi diverto nel misurarmi quotidianamente con chi è più forte o più giovane.

Quali le aspettative per questa stagione?

Speriamo di poter fare una bell’annata di squadra, per me il resto non conta: preferisco fare zero punti e vincere piuttosto che 30 e perdere.

Quale un piccolo sogno nel cassetto per il futuro?

Sportivamente parlando, è chiaro che mi piacerebbe vincere uno scudetto chissà  se ci riuscirò!

Il mio augurio è che tu possa realizzare il tuo sogno e, nel ringraziarti per la tua disponibilità , ti faccio un grosso in bocca al lupo per la tua carriera: Forza Alex!

Grazie mille a te.


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