Al Maxxi di Roma
l’Amazonia di Salgado

Al Maxxi di Roma
l'Amazzonia fragile di Salgado

La mostra Amazzonia di Sebastiao Salgado approda al MAXXI di Roma, unica tappa italiana di un tour che sbarcherà a Londra, San Paolo, Avignone e Rio de Janeiro

di Cristina de Palma

Al Maxxi di Roma
l’Amazonia di Salgado

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l'Amazzonia fragile di Salgado

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l'Amazzonia fragile di Salgado

di Cristina de Palma
Salgado- Maxxi Roma

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l’Amazonia di Salgado

Al Maxxi di Roma
l'Amazzonia fragile di Salgado

La mostra Amazzonia di Sebastiao Salgado approda al MAXXI di Roma, unica tappa italiana di un tour che sbarcherà a Londra, San Paolo, Avignone e Rio de Janeiro

di Cristina de Palma

Non date per persa l’Amazzonia. Possiamo ancora salvare questo paradiso”. Queste le parole di Sebastião Salgado alla presentazione della sua esposizione (*) al museo Maxxi di Roma.  Una mostra frutto di oltre sei anni di lavoro e di viaggi nel polmone verde del mondo, a testimonianza di ciò che resta di questo patrimonio immenso, che rischia di scomparire. 

Come spiega Lélia Wanick, curatrice della mostra nonché moglie di Salgado: “Sin dal momento della sua ideazione, con Amazônia volevo ricreare un ambiente in cui il visitatore si sentisse avvolto dalla foresta. E potesse immergersi sia nella sua vegetazione rigogliosa sia nella quotidianità delle popolazioni native. Affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori episodi di distruzione e depredazione, spetta a ogni singolo essere umano del pianeta prendere parte alla sua tutela”. 

Per questo motivo, il visitatore viene accolto sin da subito in spazi multisensoriali. Grazie alle sale buie e alla musica avvolgente di Jean Michel Jarre ispirata ai suoni della foresta (fruscio degli alberi, scroscio dell’acqua, canto degli uccelli e versi degli animali), si ha da subito l’impressione di entrare nel cuore della foresta pluviale. 

La mostra è divisa in due sezioni, con circa 200 scatti che testimoniano gli effetti del cambiamento climatico sul Pianeta. La prima parte è incentrata sui paesaggi con tre macro-aree: “La foresta”, “i fiumi volanti” e “le tempeste tropicali”. 

Lo spettatore viene invitato a scoprire le bellezze dell’Amazzonia dall’alto, a meravigliarsi davanti ai poderosi rilievi montuosi che definiscono la vita del bacino amazzonico ed a passeggiare, metaforicamente parlando, sui cosiddetti “fiumi volanti”, che rendono la foresta amazzonica l’unico luogo al mondo la cui umidità aerea non dipende dall’evaporazione degli oceani. 

La seconda parte espositiva, separata anche cromaticamente dalla prima, è invece incentrata sulle popolazioni indigene, sulla loro quotidianità. Immagini a forte contrasto bicromo collezionati nel corso di quasi 50 spedizioni, mostrano i volti e le vite dei membri di 12 diverse tribù che, malgrado le mille difficoltà, sono riuscite a tramandare la loro cultura alle nuove generazioni.

Lo scopo è mostrare la fragilità di questo ecosistema, ricordando però che nelle aree protette dove vivono queste comunità indigene la foresta non ha subito quasi alcun danno. Questo per denunciare invece l’approdo dei cosiddetti “colonizzatori” moderni che mettono in serio pericolo questo equilibrio naturale. . 

L’amore di Salgado per l’Amazzonia inizia nel 1980, durante il primo viaggio nel polmone verde del Brasile, alla scoperta dei gruppi etnici ancora sconosciuti al mondo moderno. Un territorio lontano, tribale che è stato difficile da penetrare e raccontare. Lo stesso fotografo ha dovuto selezionare una troupe di studiosi, ricercatori ed intermediari per comunicare con le varie popolazioni indigene e convincerle a farsi fotografare, entrando con rispetto ed empatia nella loro vita, anche se temporaneamente. 

Il risultato è una mostra coraggiosa ed affascinante che dà la possibilità di conoscere meglio questo nostro fragile Pianeta, con una voglia consistente di non voltarsi dall’altra parte, ma di dare un reale contributo alla sua salvaguardia. Ancora una volta, il maestro del bianco e nero ha lasciato il segno.  

*La mostra è visitabile tutti i giorni (tranne il lunedì) dalle ore 11:00 alle ore 19:00, fino al 13 febbraio 2022. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito.

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