A mia discolpa

di Diego Mongardini

A mia discolpa

di Diego Mongardini

A mia discolpa

di Diego Mongardini

Sono innocente, lo giuro. Tutto quello che dicono di me, beh è falso. Io non ho ucciso nessuno.

Il sangue che hai visto sul pavimento, sulla maniglia della porta del bagno, sulla vasca, è tutto mio.

Mi sono dissanguato, perché il mio corpo sanguinava.

Quando ti ho visto in quella via, gli occhi hanno iniziato a sanguinare, quando ti sono venuto accanto e ho cercato di parlarti, la bocca ha iniziato a sanguinare, quando non mi hai rivolto la parola è toccato alle orecchie, come un flusso lento. Non ho ucciso nessuno, lo giuro. In quel bagno c’ero solo io. Tremavo mentre la vita decideva cosa fare di me. Ho passato giorni e giorni a tremare. Perché non ti avvicini? Hai paura? Solo a me riesco a fare del male, come quella volta nel bagno. No, non è vero che in quel bagno c’era qualcun altro. C’ero solo io. Non bastavo? Io non sono mai solo. Porto al guinzaglio decine di fantasmi, centinaia, lo sai questo? Quel bagno era pulito, poi l’ho sporcato con la mia sofferenza, ma alla fine l’ho ripulito, lo giuro, almeno mi sembra…Alla fine…Chi lo sa cosa c’è davvero alla fine…No, non ho colpe, ho solo discolpe. Oramai sanguino anche quando corro, perché non ho più sudore. Ti sei spaventato per quello che è successo nel bagno? A me succede spesso, di spaventarmi di me stesso intendo. Una volta guardavo lo specchio e avevo paura che quegli occhi mi succhiassero via tutto il sangue. Lo so, lo so benissimo che uno specchio non può succhiare via nulla, ma che ci posso fare: quando mi convinco di una cosa, non c’è niente e nessuno che mi fa cambiare idea. Sù, lo so che lo sai. Ridi? Ti ho fatto ridere? O piangi? Ti ho fatto piangere? No, non ho ucciso nessuno. Là, in quel bagno, non c’è nessun corpo, solo lo strazio di un fantasma. Sù, in quella vasca c’è un fantasma, che si vuole vendicare. Che c’è, non credi ai fantasmi? Fai male, perché loro credono in te. Ogni memoria è un fantasma e quando moriamo la mente viene sommersa, come in un maremoto. Non ci credi? Ah già, tu non credi a niente, nemmeno a me…Ti giuro che il sangue sul mio volto prima o poi si rapprenderà, ma quello sul cuore non lo so. No, non è falso buonismo, non mi voglio giustificare, è solo che avrei voluto non ci fossero stati tutti questi fantasmi…Avrei voluto tante cose. No, io non ho ucciso nessuno. Ho solo affogato uno dei miei fantasmi. Lo so che affogare qualcuno non lascia in giro tutto questo sangue. No, non ti ho mentito. Io so mentire solo a me stesso. No, non sto recitando, tu lo capiresti, mi conosci troppo bene. Vorrei vivere libero almeno un giorno della mia vita. No, non sto facendo la vittima. Sono io che mieto vittime. Non mi guardare così, io non ho nessuna colpa. Non Ãè te che ho ucciso in questo bagno, dentro questa vasca. E’ un fantasma quello che ho ucciso.

Qui la luce è troppo forte, mi sento quasi sotto esame. Io non reggo alla tensione, lo sai.

Perché mi fai tutte queste domande? Non ti bastano le risposte che ho dato?

Perché vuoi che risponda ancora? Perché vuoi che parli ancora? Io non ho più niente da dire. Perché mi fai questa violenza?

Perché oggi tutti vogliono che io parli?

Perché in questo mondo bisogna sempre parlare?

E’ il mio viso che piange sangue e le mie parole non fanno che andargli dietro. No, io non ho ucciso nessuno. Solo un fantasma ho ucciso, un fantasma molto reale, che quasi ti assomigliava…Ma non eri tu, lo giuro. Dico tutto questo a mia discolpa, vostro onore.

Racconto inedito di Diego Mongardini. All rights reserved

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