A Bug’s Art. Artisti Entomologi

di Andrea Giulia Monteleone

A Bug’s Art. Artisti Entomologi

di Andrea Giulia Monteleone

A Bug’s Art. Artisti Entomologi

di Andrea Giulia Monteleone

Gli insetti sono i più antichi colonizzatori delle terre emerse e sono tanto numerosi da costituire i cinque sesti dell’intero regno animale.

Non so cosa pensare di questa nostra appartenenza all’ultimo sesto del regno, non so voi che rapporti abbiate e che sentimenti nutriate nei confronti degli insetti.
Mi sembra di capire che le coccinelle appaiano a tutti abbastanza carine, molti hanno tatuaggi a forma di farfalla. Gli egiziani avevano molto a cuore gli scarabei ma tutti abbiamo urlato alla vista di uno scarafaggio e di un ragno peloso. D’altra parte le cimici non piacciono a nessuno, ed un’invasione di formiche è un’esperienza che non mi auguro. Le api, certo, sembra siano addomesticabili, ma le zanzare, con la questione del sangue, non riscuotono molto successo.

Il mio campionario di insetti familiari, però, termina qui.

Sono una fiera appartenente della specie meno numerosa del regno animale e proprio non riesco a trovare simpatico, interessante e carino qualcosa che punge, ha una forma strana ed ha movimenti veloci ed imprevedibili.

Mio malgrado, l’arte contemporanea non condivide il mio disinteresse per gli insetti, anzi, li ha innalzati ad oggetti -e soggetti- di opere d’arte tra le più quotate e famose in circolazione.

Non sto parlando di chi riproduce insetti utilizzando macchine ed auto da sfasciare come Edouard Martinet, o farfalle piegando post-it/origami come Bruno Cerasi, né di chi disegna insetti con una sottilissima matita come Marcello Carrà o con bombolette spray sulle pareti del Quadraro come Ron English.
Sto parlando di chi USA insetti per creare quadri, sculture, persino gioielli.

Artisti entomologi

Il precursore ed il maggior utilizzatore di questo peculiare materiale è stato sicuramente Damien Hirst che ha anche seguito due diversi percorsi creativi molto distanti.

Da un lato, c’è “A thousand years” , una rappresentazione della vita e della morte costituita da una teca in cui larve di mosca venivano fatte schiudere e poi spinte a superare una separazione di vetro dalla presenza di una testa di mucca in decomposizione. Lungo il tragitto erano quindi fulminate e lasciate cadere accanto alla carcassa.

In un’altra serie, invece, l’artista americano ha selezionato i più colorati esemplari del regno degli entomi per assemblarli nei suoi celebri Butterfly Paintings: tele realizzate tramite il collage di migliaia di ali staccate o farfalle tropicali intere montante su una tela lucida monocroma. ( In and Out Love – Kaleindoscope).
Effetti profondamente diversi sono raggiunti, invece, da Enzo Fiore, un artista milanese che, partendo da una comune matrice rispetto al celebre artista americano -quanto meno nella scelta del materiale utilizzato- ha elaborato una propria specifica tecnica basata sull’impiego di muschio, foglie, radici, terra, pietre, resina, cemento e varie specie d’insetti.

Questi elementi sono assemblati tra loro a realizzare ritratti di personaggi celebri (Marylin Monroe, Maria Callas, J.F. Kennedy, Mao, Picasso, Dalì, Basquiat, Warhol, Elvis, Hitchcock), famosi skylines, oppure opere Leonardesche (Gioconda, Dama con l’Ermellino, Vergine delle Rocce). Il risultato è stupefacente.

C’è chi, invece, piuttosto che realizzare tele, ha creato piccole sculture, evocative del mondo fatato della regina di Mab.

È il caso di Cedric Laquieze, che realizza coloratissime fatine e personaggi fantastici riassemblando parti di insetti.

Oppure della più famosa Tessa Farmer, artista della Saatchi Gallery, che utilizza insetti essiccati, radici ed altri scarti organici, per creare piccoli scheletri volanti, come fatine dell’oltretomba.

La sua opera rappresenta l’altro lato del mondo fatato di Laquieze con una complementarietà degna di una saga fantasy.

Infine, c’è chi utilizza gli insetti non come oggetti d’arte, ma come SOGGETTI, lasciando a loro il compito di creare.

È il caso di Aganetha Dyck, un’artista canadese di 74 anni che sprona le proprie api non a produrre vasetti miele, ma singolari opere d’arte.

Seleziona delle statuette di porcellana dalla foggia classica e le introduce in una colonia di api.

Il risultato è quanto mai casuale ma affascinante e immaginifico.

Infine, Hubert Duprat, in collaborazione con i suoi assistenti Trichopteri, ha realizzato una linea di gioielli. Questi insetti, infatti, creano i propri bozzi incollando con la propria saliva quello che trovano nell’ambiente circostante.

L’artista ha quindi sostituito la normale ghiaia del loro habitat con perline e pezzetti d’oro, lasciando il resto al loro istinto e alla loro immaginazione.
Quindi, mi raccomando, la primavera è ormai alle porte, guardate con meno terrore e più benevolenza gli animali padroni del mondo, e se riuscite, scambiate anche uno sguardo di complicità. Potrebbero aiutarvi a farvi strada nel difficile mondo dell’arte e ad entrare in grande stile nel più piccolo dei mondi animali esistenti, quello degli Artisti.

A cura di Andrea Giulia Monteleone.

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