5 curiosità
sui grandi artisti

5 curiosità sui nostri grandi artisti

Dall'umiltà di Michelangelo Buonarotti all'egocentrismo di Picasso
5 aneddoti che racconto molto dei nostri grandi artisti

di Martina Favuzzi
di Redazione The Freak

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sui grandi artisti

5 curiosità sui nostri grandi artisti

5 curiosità sui nostri grandi artisti

di Martina Favuzzi
di Redazione The Freak
artisti

5 curiosità
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5 curiosità sui nostri grandi artisti

Dall'umiltà di Michelangelo Buonarotti all'egocentrismo di Picasso
5 aneddoti che racconto molto dei nostri grandi artisti

di Redazione The Freak
di Martina Favuzzi

Alle volte ci si dimentica che anche i più grandi ed apprezzati artisti sono stati uomini.
Si è così occupati a idealizzarli e a concepirli come intoccabili e fortemente distanti da noi che si finisce per ignorare che sono stati anch’essi di carne, ossa e sogni.

Prima di essere ciò che ora ammiriamo, sono stati esseri umani connotati da una spiccata emotività e spesso un divertente pizzico di egocentrismo che li ha resi quegli esseri imperfetti, ma al tempo stesso tanto amati oggi.

Noi di The Freak siamo qui per rendervi noti alcuni curiosi e spesso sconosciuti aneddoti sulla vita di tali personaggi.
Siamo certi che alle volte delle buone pillole di gossip siano la chiave giusta per avvicinarci al mondo dell’arte, che sorprendentemente è sempre capace di lasciarci inebriati.

1. L’umiltà di Michelangelo Buonarotti

Il primo aneddoto che ci teniamo a rendervi noto riguarda Michelangelo Buonarotti e la sua inusuale umiltà. Curiosità sul suo conto concerne la sua scelta di non firmare mai i suoi lavori, reputando la sua firma un puro atto di orgoglio. L’unica opera dove ci omaggia di una piccola “M” incisa sul marmo è la meravigliosa “Pietà”. Non tutti sanno che però più tardi l’artista ammise di essersi pentito del gesto.

2. Picasso e il conto pagato con un’opera al ristorante

Secondo aneddoto riguarda l’egocentrico e spigliato Picasso, uno tra i pochissimi artisti che hanno potuto assaporare pienamente il proprio successo in vita.
Si racconta che il nostro amato Pablo dinanzi ad un salato conto di un ristorante parigino abbia fatto ciò che molti di noi sognano: egli ha realizzato un disegno sul proprio tovagliolo, chiedendo poi al cameriere di consegnarlo al direttore del ristorante come metodo di pagamento. Direttore che accettò questa insolita modalità, richiedendo però la firma autografa del pittore, il quale con il suo, potremmo osare, spigoloso carattere, di tutto punto replicò: “Dica al direttore che volevo pagargli il conto mica comprargli il ristorante”.

3. Marcel Duchamp e il suo alterego femminile

Altro protagonista del nostro articolo non poteva non essere il tanto discusso Marcel Duchamp.
Marcel, noto per la dissacrazione della concezione tradizionale di arte, decise di far parlare di sé anche in merito alla propria vita privata.
Egli, opponendosi all’opinione dei perbenisti del tempo, decise di rendere manifesto al mondo il proprio alterego femminile: “Rrose Sélavy”.
La ripetizione della “r” viene da un gioco di parole con «arrose» e Sélavy (arroser la vie) o con Eros e Sélavy, trasposizione fonetica di Éros, c’est la vie. Non a caso Rrose Sélavy è conosciuta per essere stata creatrice di giochi di parole.
Duchamp arriva fino a farsi fotografare in abiti femminili e firma con questo pseudonimo diverse opere, tra cui Belle Haleine – Eau de Voilette, Fresh Widow e Pourquoi ne pas éternuer? (Perché non starnutire?).

4. Andy Warhol e il suo bassotto

Altro eccentrico artista che ha avuto a che fare con una sorta di alterego è Andy Wahrol.
Parliamo però di un diverso tipo di alterego rispetto a Duchamp… Ci riferiamo al suo bassotto Archie!
Non tutti sanno che Wahrol portava con sé ovunque il cagnolino, soprattutto alle interviste, decidendo di rivolgere le domande non apprezzate direttamente al piccolo amico.
Spesso non si è a conoscenza del fatto che in realtà prima di Archie, Wahrol aveva un amore smodato per i gatti, e a dimostrazione di ciò vi è il fatto che l’artista nel 1954 pubblicò una serie limitata di 25 ritratti di gatti, in forma di libro, tutti gatti rossi tranne uno blu, dal titolo “25 cats named Sam and one blue Pussy”.
Ma con l’arrivo del bassotto il cuore di Wahrol cambiò completamente rotta.
L’amore per gli animali trovò ancora esplicitazione nel mondo dell’arte quando Wahrol, dietro sollecitazione del collezionista d’arte Peter Brant, accettò di realizzare una serie di ritratti di cani e gatti che esibì in due sue mostre a Londra e a New York.

5. Paul Cézanne e la fobia di essere toccato

Ultimo aneddoto che desideriamo raccontarvi concerne Paul Cézanne.
Il pittore fu caratterizzato da una personalità turbolenta e quelli che possiamo definire veri e propri atteggiamenti ossessivi.
Fra le stranezze che lo contraddistinguevano non tutti conoscono il suo odio per l’essere toccato. Rifiutava brutalmente ogni tipo di contatto, arrivando ai livelli di una vera fobia.
Divertente curiosità a riguardo è l’episodio in cui persino nell’occasione in cui l’amico Èmile Bernard lo salvò dopo un suo piede in fallo sull’orlo di un burrone, egli dopo essersi rimesso in piedi scappò via furioso gridando: «Nessuno può toccarmi!».

Questi sono solo 5 aneddoti sulla vita di alcuni dei nostri grandi artisti del tempo. 

La loro testardaggine, l’egocentrismo e l’amore per la propria persona sono sintomo di una umanità che non ha intaccato la loro grandezza, ma anzi ha dimostrato come la loro unicità sia stata il mezzo per smettere di sentirsi dei piccoli granelli di sabbia in un mondo fatto di pesci cani, dove affermarsi oltre che un desiderio era un bisogno.

E voi quanti di questi aneddoti conoscevate?

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