The Leap the series – E se potessimo avere una seconda possibilità?

di Redazione The Freak

The Leap the series – E se potessimo avere una seconda possibilità?

di Redazione The Freak

The Leap the series – E se potessimo avere una seconda possibilità?

di Redazione The Freak

The Leap the series – E se potessimo avere una seconda possibilità?

“La maggior parte degli uomini si lamenta dell’avarizia della natura, perché siamo generati per un breve spazio di tempo, perché questo periodo di tempo che ci è stato dato scorre via tanto velocemente e in maniera travolgente, cosicché la vita, fatta eccezione per pochissimi, pianta in asso tutti gli altri proprio nel momento in cui si apprestano a vivere”. (De brevitate vitae – Seneca)

L’avventura di The Leap the series, una web-serie ideata due anni fa da Marco Palange e Vincenzo Galletta, per la regia di Daniele Giuliani, affonda le sue radici in questa citazione dell’opera di Seneca per raccontare la storia di una ricercatrice, Anja (interpretata da Elisa Carucci), la quale scopre una formula che potrebbe deformare l’idea del tempo. Nella vicenda, Anja chiama i suoi amici e insieme si ritrovano a fare un vero e proprio “salto” (questo è il significato di leap) nel tempo, rivivendo una situazione di quattro anni prima. Ad ostacolarli però c’è la società per la quale la ragazza lavora, la Icarus Technologies, disposta a tutto pur di impossessarsi della scoperta.

La web-serie sta avendo dei buoni riscontri su YouTube ed è stata proiettata fuori concorso al Roma Web Fest.

The Freak ha intervistato Marco Palange.

Come è nata l’idea di The Leap e di questo titolo?

L’idea di questa serie nasce nel 2011 a causa di un avvenimento che ha colpito me e i miei colleghi. Successivamente l’idea è stata sviluppata in una storia fantasy-thriller dagli autori (Vincenzo Galletta, Daniele Giuliani ed Elisa Carucci) e dagli sceneggiatori (Daniele Giuliani e Fabrizio Foligno). Per quanto riguarda il titolo, letteralmente The Leap significa “Il salto”, ma non in senso fisico (altrimenti sarebbe The Jump), piuttosto il salto temporale che riescono a compiere Anja e i suoi amici grazie alla scoperta della ricercatrice, salto che li metterà in pericolo a causa del grande valore di questa invenzione.

Come siete riusciti a finanziare il progetto The Leap? Avete intenzione di portare The Leap in televisione?

La puntata pilota è stata sovvenzionata attraverso il cosiddetto crowdfunding, un modo di finanziare progetti tramite la raccolta fondi da parte di persone comuni, sfruttando, nel nostro caso, il sito Ulule.com. La politica di questo tipo di finanziamento è innanzitutto rivolta a sensibilizzare gli amici, perché se loro non sono i primi a credere in te, sarà difficile che la raccolta abbia successo; poi, grazie ad un sistema di passaparola, siamo riusciti a raccogliere il denaro necessario (4.000 euro) per pagare cast tecnico e artistico, attrezzature… Diciamo che abbiamo prescelto il web perché è un canale di diffusione rapido, gratuito, internazionale. Essendo The Leap una produzione indipendente, ci è parso che YouTube fosse il canale giusto per diffonderlo. Il format stesso della serie (la puntata pilota ha una durata di 10 minuti, le altre di 7) si adatta per essere trasmesso sul web, ma non escludiamo di poterlo rimodellare per la televisione, avendo previsto in fase di scrittura tre stagioni.

Quale significato avete dato alla citazione del De brevitate vitae di Seneca e quale ragione vi ha spinto ad inserirla nel promo?

Uno dei messaggi che vuole dare The Leap è che se si riesce a plasmare il tempo, si possono cambiare nel passato le scelte fatte nel presente, si può avere una seconda possibilità. Per questo motivo Anja arriva ad affermare: “E se vi dicessi che il tempo non esiste?”. Volevamo capire quale peso si dà al tempo, come lo si riesce ad interpretare.

Che idea hai tu del tempo e del suo scorrere? Lo vedi come un fatto positivo (vivi il cosiddetto carpe diem) o come una limitazione?

Il tempo per me non esiste come un dato astratto: il tempo esiste perché l’uomo lo calcola e ne ha fatto oggetto di convenzioni (l’orologio, i fusi orari, i calendari…). Il tempo è un qualcosa di relativo perché abbiamo il potere di gestirlo, di compiere delle scelte.

In un altro promo Anja afferma: “[…] Il passato è dato, è bagaglio di memoria e conoscenza […]”. Secondo te è possibile imparare dal passato e non commettere più gli stessi errori in futuro?

Sì, nella puntata pilota possiamo osservare come Anja sia fortemente intenzionata a fare “il salto” e tornare indietro nel tempo proprio per cercare di cambiare determinate scelte che ha compiuto nel passato, anche in merito a una relazione che ha avuto e che è finita in tragedia, mentre gli amici di Anja si ritroveranno nel passato per comprendere qual è il proprio ruolo all’interno della Storia.

In un altro punto del De brevitate, Seneca afferma: “[Il tempo] voi non l’afferrate né lo trattenete o fate sostare […], ma lasciate che se ne vada come cosa superflua e che si possa riavere”. Secondo te qual è il modo di non vivere in maniera superficiale? Come si può “afferrare” il tempo per la serie?

Noi diamo una risposta tramite la protagonista: si può avere sia un carpe diem che rivivere una seconda possibilità. Il tempo, nella nostra serie, si può afferrare e cambiare.

di Ilaria Pocaforza

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