THE FREAK INTERVISTA GEORGY GUSEV – IL MONDO SEGRETO DEI VIOLONCELLI

di Gabriellix

THE FREAK INTERVISTA GEORGY GUSEV – IL MONDO SEGRETO DEI VIOLONCELLI

di Gabriellix

THE FREAK INTERVISTA GEORGY GUSEV – IL MONDO SEGRETO DEI VIOLONCELLI

di Gabriellix

Quello che sta per seguire non è una mera intervista. È una scoperta di una realtà nota a pochi, e sarà proprio lo strumento del violoncello la chiave principale che ci concederà di accedere alla vita privata della famiglia degli archi e di chi lo padroneggia con eleganza e maestria, regalando armonia a chi lo sta ascoltando.

Sarà uno sguardo al mondo segreto dei violoncelli direttamente dal suo interno, grazie al gentile contributo di Georgy Gusev, musicista ventiseienne stabilitosi a Roma già da qualche anno.

Georgy è un brillante violoncellista e compositore di origine russa che ha iniziato a scoprire il mondo della musica a partire dai suoi dieci anni. Ha iniziato con il pianoforte, per poi cimentarsi definitivamente sullo studio del violoncello a tredici anni. Alla domanda sul perché la scelta sia caduta su questo strumento ha risposto dicendo che «il violoncello è l’unico strumento che ha tutte le caratteristiche del timbro della voce umana. Inoltre, il violoncello ti dà la possibilità di riprodurre melodie di tutti i generi e stili musicali a noi conosciuti… come pure i versi di tanti animali… È divertente!»

Queste quattro corde accordate ad intervalli di quinta giusta, vengono strettamente associate alla musica classica di Haydn, Boccherini, Bach, Schumann e altri, ma il violoncello produce suoni anche a ritmo di tango, flamenco, pop, rock, jazz e persino heavy metal. Indipendentemente dai gusti musicali, la musica riesce a donarci l’armonia necessaria per – semplicemente – vivere meglio.

Georgy, come definiresti la musica?

La musica è la riproduzione di aspirazioni, umori e sentimenti umani attraverso le palette di suoni. Il compositore trasferisce ai suoi ascoltatori sensazioni astratte… La musica infatti è un concetto astratto… 

Parlando di metodi di insegnamento abbiamo chiesto a Georgy di illustrarci la differenza nell’approccio alla didattica dei conservatori russi e di quelli italiani e di esprimere un suo parere su quale sia il metodo più efficace di insegnamento. Secondo lui, il metodo ideale di insegnamento della musica non è ancora stato trovato:

Quando si parla di formazione professionale musicale in paesi quali l’Italia e la Russia, dobbiamo capire prima di tutto che sono due sistemi di istruzione completamente contrapposti tra di loro…

La storia dello sviluppo musicale professionale in Russia inizia a partire dalla seconda metà del XIX secolo e arriva al culmine del suo sviluppo nel periodo sovietico. Gli esempi di questo periodo li ritroviamo nelle celebri figure di Sergey Rachmaninov, Igor Stravinsky, Sergey Prokofiev, Dmitry Shostakovich, Svyatoslav Richter, Emil Gilels, David Oistrach, Leonid Kogan, Daniil Shafran, Mstislav Rostropovich, ma purtroppo dopo la caduta dell’URSS l’istruzione ha smesso di evolversi. In Italia, invece, l’istruzione musicale ha delle tradizioni molto più antiche. Basti pensare all’Accademia di Santa Cecilia di Roma fondata nel lontano 1585. Allo stesso tempo, in Italia non c’è mai stato un periodo riformatorio come in Francia o in Russia.

Il Conservatorio di P.I. Tchaiskovsky di Mosca assicura un livello molto alto di preparazione dei propri studenti e sono fiero di essermi laureato in questa istituzione. Tuttavia, siamo nel XXI secolo e il grande sistema russo di istruzione musicale ha bisogno di svilupparsi al passo con i tempi. Lo sviluppo è possibile solo quando si va oltre i limiti preposti. Bisogna innovare superando i metodi di istruzione tradizionali e conservativi quali quelli che troviamo oggi in Russia. La situazione in Italia è alquanto diversa, poiché chi si occupa di musica ha più libertà di espressione. È stata proprio questa forte contrapposizione tra sistemi l’incentivo primario che ha dato vita nel 2011 a “GOSH projects”, un laboratorio creativo che ha portato a confronto professionisti di scuole di insegnamento diverse tra loro durante la seconda edizione del Festival “Masters of Music”, organizzato a Mosca dal 10 al 16 novembre 2013.

Secondo me, l’innovazione in questo campo è possibile solamente attraverso la collaborazione di altre culture musicali europee. La salvezza della musica classica la troveremo nella libertà di espressione e nello sperimentare nuove soluzioni di linguaggio musicale.

Il livello di disciplina necessaria per raggiungere l’eccellenza nella musica sarà sicuramente molto alto. Quanto vi hanno fatto suonare nelle scuole e quante ore suoni ora che sei un artista libero? Di quanto tempo hai bisogno per preparare un concerto?

Al Conservatorio di Mosca, come anche all’Accademia di Santa Cecilia a Roma, non erano previste ore obbligatorie per lo studio indipendente del tuo strumento. È una scelta personale. Andavano invece seguite le lezioni…

Il tempo da impiegare nello studio dipende dalla professionalità del musicista e dalla complessità del repertorio. Sicuramente, durante il periodo di studi, i giovani musicisti devono esercitarsi molto. In seguito, non appena il giovane riesce a trovare il metodo giusto da approcciare allo studio indipendente, i giorni dedicati allo studio del repertorio vanno diminuendo. Possiamo dire che il tempo necessario al musicista per imparare un pezzo è direttamente proporzionale alla velocità di sviluppo del suo pensiero e della sua memoria. Mstislav Rostropovich e Giovanni Sollima sono gli esempi umani più illustri di violoncellisti che riescono a combinare perfettamente il poco tempo a disposizione con la massima effettività il giorno del concerto.

Qual è l’esperienza più memorabile della tua carriera professionale?

Ho partecipato a numerosi festival internazionali, ma l’esperienza più inusuale e memorabile di tutte è stata sicuramente la partecipazione al Festival 100 Celli tenutosi al Teatro Valle di Roma con Enrico Melozzi, Giovanni Sollima e altri cento violoncellisti provenienti da tutto il mondo. È stata la prima volta nella mia vita che ho riscontrato ad un festival una tale libertà di espressione di performance musicale.

Con chi vorresti esibirti sul palco?

Esiste al mondo un vasto numero di orchestre e musicisti con i quali avrei piacere di suonare in futuro. Prendendo però in considerazione l’anno 2014, vorrei creare un progetto assieme ai due cantanti, entrambi cari amici, Elsa Lila e Moni Ovadia, per i quali ho già in mente dei pezzi musicali.

Oltre le varie master class organizzate in Italia e dopo il grande successo del Festival Internazionale del Violoncello “Masters of Music”, che hai curato in veste di ideatore e direttore artistico, quali progetti stai portando avanti in questo momento?

Dal 20 al 24 gennaio 2014 terrò a Roma una master class internazionale di violoncello presso l’Accademia di Praeneste. Una volta finito questo corso, senza ombra di dubbio, il compito primario sarà l’organizzazione della terza edizione del Festival Internazionale “Masters of Music” che si terrà ad ottobre 2014 a Mosca. Oltre a questo grande progetto per il quale i lavori sono già iniziati, nell’agosto 2014 nella città di Zagarolo si terranno le master class per i violoncelli, corsi ai quali avrò modo di partecipare in veste di docente. Inoltre, con gli organizzatori di questi corsi si è deciso di organizzare sempre nella stessa località una serie di concerti con la partecipazione di musicisti famosi. Uno degli obiettivi di questi eventi è sicuramente quello di far accrescere l’interesse dei giovani verso la musica.

Concerto durante il Festival 100 Celli al Teatro Valle, Roma (2013)

Dopo le esperienze passate, che consiglio ti sentiresti di dare a tutti quelli che ambiscono a diventare dei musicisti professionisti?

Ascoltatevi. Abbiate fiducia in voi stessi. Credete in ogni folle idea che vi viene in mente e mettetela in pratica nonostante tutto. Solo in questo caso sarà possibile ottenere un ottimo risultato nell’Arte, indipendentemente da quello di cui vi state occupando.

Segue una video-intervista con Georgy con una live performance nel cortile del Conservatorio di Santa Cecilia:

I nostri ringraziamenti vanno al direttore Alfredo Santoloci e allo staff del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma.

 A cura di Gabriella Marčelja

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