Volley. Amazing Spider-Man. Intervista esclusiva a Salvatore Rossini

di Redazione The Freak

Volley. Amazing Spider-Man. Intervista esclusiva a Salvatore Rossini

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Volley. Amazing Spider-Man. Intervista esclusiva a Salvatore Rossini

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Volley azzurro: intervista a Salvatore Rossini

Da ambizioso atleta di una piccola città di provincia a giocatore professionista di Serie A e del Volley azzurro. Una carriera formidabile per un giovane ragazzo nato a Formia, classe 1986, libero della Nazionale Italiana di Pallavolo, recentemente premiato come miglior libero nella World League 2014. L’asso nella manica che la pallavolo italiana non sapeva di avere, ma dal quale adesso non può più prescindere. Lui è Salvatore Rossini, talento puro, l’uomo ragno che vola su ogni pallone, oggi in forza al Modena Volley. Questa è la straordinaria storia di un uomo comune che ogni giorno si sveglia e rincorre il sogno, con tutte le sue forze Inflatable Air Dancer.

La pallavolista e tifosa Giulia Taccari lo ha intervistato – in esclusiva – per The Freak.

Da dove partiamo per raccontare una carriera tanto semplice ma altrettanto intensa?

Ho iniziato a Formia nelle giovanili, poi sono andato a Latina e da lì è stato un crescendo: Catania, Sora, Città di Castello, Monza e non solo. Sono un girovago, sono andato via di casa a diciannove anni solo per inseguire un sogno. A quell’età, scegliere di lasciare le tue cose, i tuoi affetti e andartene a km e km di distanza da casa tua, non è una scelta facile.

E come hai affrontato una scelta simile?

Non lo so, ci ho provato. Quando hai un obiettivo e sai che giocare ti diverte e vedi che i risultati arrivano, allora ti viene quasi automatico decidere di rischiare e provare ancora.salvatore-rossini

Una scelta che però incide inevitabilmente anche sulla vita privata e sulla carriera accademica, dico bene?

Questo è normale, ho dovuto fare delle scelte e dei sacrifici, ma ci sono anche cose a cui non rinuncio e non ho mai rinunciato. Ho continuato a studiare e ad oggi mi mancano solo tre esami per la laurea in Ingegneria. Inizialmente mi ero posto l’obiettivo di studiare durante l’estate, che per chi gioca un campionato di questo livello è il periodo migliore perché siamo più liberi. Poi però, negli ultimi anni è subentrata la Nazionale, quindi è diventato più difficile, ma non demordo.

Nazionale, l’hai nominata tu per primo. Permettimi di chiederti: com’è essere convocati in Nazionale?

A dire il vero è una sensazione molto strana! Ti racconto la mia esperienza: un giorno mi è arrivata una chiamata da un numero che non conoscevo, così ho risposto con tanta tranquillità ‘Pronto?’…solo che dall’altra parte c’era mister Berruto! Sono rimasto per un pò paralizzato, senza capire. Peró, da quella volta ho imparato che bisogna sempre rispondere al telefono, anche ai numeri che non conosci!

Quindi è bene rispondere sempre al telefono! Invece la sensazione che hai provato durante la tua prima partita con la maglia azzurra e appena hai sentito l’incipit dell’inno di Mameli?

Partiamo dal presupposto che indossare la maglia azzurra dà un’emozione indescrivibile, ogni volta è come se fosse la prima volta. Ascoltare l’inno? Se sei fuori casa, è come affrontare una guerra punica, perché sei solo contro un’intera Nazione. Se invece sei in casa, sai che la Nazionale viene seguita molto di più rispetto al club, perciò quando canti l’inno senti l’appoggio di tanti tifosi e sai che rappresenti l’Italia.

Rappresentare l’Italia, hai detto bene. Ho sentito diversi commenti rilasciati dopo il Mondiale appena passato (ndr Settembre 2014 in Polonia) che ribadivano questo concetto. Da tifosa in primis, mi viene naturale chiedere: cosa é andato storto?

Questa domanda me l’aspettavo e per certi versi non so neanche risponderti. Cosa dire? Noi eravamo sereni, anche se c’era stato un ostacolo sul nostro percorso. Avevamo vinto il bronzo alla World League di Firenze 2014 qualche settimana prima. Non dico che dovevamo vincere, ma giocavamo in casa, e qualcosa in più ce lo aspettavamo un pò tutti quanti. Siamo arrivati al Mondiale con tante aspettative sulle spalle e troppi pochi sorrisi. Poi quello che tu e tutti hanno visto: un’Italia irriconoscibile.

Abbiamo visto l’Italia gloriosa arrivare al suo apice nella partita al Foro Italico (ndr durante la prima fase della World League 2014) registrando il tutto esaurito e poi quell’Italia spenta e senza carattere in diretta tv dalla Polonia. Eravate sempre voi?

A malincuore ti dico che sì: eravamo sempre noi. Come ho già detto altre volte, chiedo scusa a tutti i tifosi. Quando giochi con la Nazionale il nome sulla maglietta accanto al tricolore é il tuo, voglio dire, c’è scritto Rossini, c’è scritto Zaytsev, Travica, Parodi. Ci sono i nostri nomi scritti lì sopra e tutti noi lo sappiamo che ci mettiamo la faccia nel bene o nel male.

Prima di accantonare il discorso Mondiale, vorrei chiederti una cosa. Come si affronta una partita quando ormai la qualificazione é diventata praticamente impossibile?

Le ultime partite sono state davvero brutte e difficili. Siamo scesi in campo sapendo che ormai avevamo fatto una pessima figura. L’unica cosa a cui pensi é di salvare la faccia, di scendere in campo e provare quanto meno a onorare la maglia azzurra, per rispetto della Nazionale e dei tifosi.rossini-sal

Cambiamo argomento e proviamo a pensare a qualcosa di più allegro. Ti sei inserito in un gruppo della Nazionale quasi da outsider, com’é stato l’impatto con i “vecchi” azzurri?

Ammetto che ero un pò preoccupato, ci sono atleti che girano nella cerchia della Nazionale da anni. Sono arrivato lì ed ho lavorato a testa bassa, ho pensato sempre e solo a fare il mio. Poi comunque mi sono riuscito ad integrare bene, anche perché in Nazionale, e specie ai ritiri, si passa così tanto tempo insieme che é inevitabile.

Così mi lanci l’assist perfetto (e perdona la terminologia calcistica) per chiederti qualche aneddoto sui tuoi compagni…

No, no, non posso dai! Posso dirti però che ora siamo in ritiro a Gubbio con il club (ndr Modena Volley) e il mio compagno di stanza é Bruno Rezende e devo dire che qui ci troviamo bene. Il ritiro con la Nazionale invece fu un’esperienza un pò particolare. Praticamente siamo stati abbandonati in un posto vicino Bolzano, ma a due ore dal più vicino aeroporto. Eravamo solo noi lassù, capisci bene che per forza di cose con i compagni impari ad andarci d’accordo e stringi molto di più dei legami che prescindono dal campo.

Salvatore, prima di salutarti, è doveroso chiederti i progetti futuri.

Ora si pensa al campionato italiano, quest’anno sono a Modena, per la felicità di mia moglie che pazientemente mi segue e che ormai é diventata bravissima a fare i traslochi. Abbiamo una bella squadra, molto competitiva, ma le altre non scherzano. La prima di campionato é il 19 Ottobre, siamo agli sgoccioli e siamo praticamente pronti a ospitare Perugia per una prima partita che promette già un grande spettacolo.

E noi ti auguriamo un campionato ricco di emozioni e di soddisfazioni. Grazie infinite per la tua disponibilità e la tua simpatia. In bocca al lupo!

Grazie a voi e ovviamente crepi il lupo!

A cura di Giulia Taccari.

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