Pallanuoto: Intervista a Nicola Cuccovillo

di Maria Marta Taurino

Pallanuoto: Intervista a Nicola Cuccovillo

di Maria Marta Taurino

Pallanuoto: Intervista a Nicola Cuccovillo

di Maria Marta Taurino

Nicola Cuccovillo, talentuoso centrovasca barese classe ’94,  è già un nome importante per la pallanuoto italiana. Affezionato alla calottina numero 12 dalla sua prima partita ufficiale, Nicola è attualmente in forza alla Payton Bari, militante nel campionato di A2, e vanta tra i suoi successi anche un Oro con la Nazionale Under 17 all’Europeo di Stoccarda nel 2010 e un Argento a Rijeka nello scorso settembre, nonché numerosi tornei internazionali vissuti da protagonista.

 

Raccontaci il modo in cui ti sei avvicinato alla pallanuoto.

<<Ho iniziato circa 6-7 anni fa, quando il mio istruttore di nuoto mi propose di provare ad allenarmi con la formazione Under13€: mi è piaciuto così tanto, tenere quel pallone in mano, che non ho più smesso!
All’inizio ero ambidestro, l’allenatore mi faceva alternare braccio ad ogni allenamento, ma, poiché in questo modo non avrei mai perfezionato il tiro, si è deciso che avrei giocato da mancino pur essendo destrorso.

Non posso fare a meno di ringraziare il mio istruttore, che è stato anche il mio allenatore fino alla mia permanenza nel Bari Nuoto, Francesco Carbonara: sono stati i suoi insegnamenti ad aprirmi le porte della Nazionale: è stata la mia rampa di lancio!>>

Molti, anche tra i maggiori, personaggi sportivi hanno ammesso di essere stati stimolati da personaggi che consideravano idoli. Nel tuo caso, c’è qualche giocatore a cui ti ispiri?

<<Quando ho iniziato, conoscevo molto poco questo sport, quindi non avevo nessun idolo da emulare. Adesso penso che Valentino Gallo (attaccante mancino del C.N. Posillipo, n.d.r.) sia un ottimo giocatore, mi ispiro a lui e cerco di allenarmi ogni giorno per migliorare sempre di più.>>

Il tuo sport visto con i tuoi occhi?

<<Sarà sincero, essendo purtroppo uno sport povero, non mi aspetto che mi dia da mangiare per il resto della vita: a meno che non arrivi a giocare nel Recco! Però per me la pallanuoto, più che uno sport, è uno stile di vita: lavorare, lavorare e lavorare al fine di raggiungere un determinato obiettivo.>>

Dopo quattro stagioni in serie B con il Bari Nuoto, nel 2010 hai esordito in A2 con la Payton. Come hai vissuto questo importante passaggio a soli sedici anni?

<<Una bellissima esperienza! È tutto un altro palcoscenico rispetto alla serie B: infatti al termine della prima stagione in A2, ho ricevuto circa una quindicina di proposte di trasferimento da società sia di A2 che di A1, ma ho scelto di rimanere a Bari perché sono convinto di dover ancora maturare e fare esperienza, in modo da essere pronto per il salto di qualità.>>

Passiamo alle note dolenti, purtroppo comuni ad ogni giovane sportivo italiano: come riesci a conciliare scuola e sport?

<<Al riguardo posso dire che non è per niente facile, specialmente quando ti trovi davanti professori che ti ripetono costantemente: studi poco perché fai troppo sport!
L’anno scorso avevamo una sessione di allenamento di un’ora alle 6.30 del mattino, al termine della quale dovevo correre a scuola. Questa pesante routine si ripeteva ogni mattina, ed io puntualmente alle 5.30, quando mi svegliavo, riflettevo davanti allo specchio chiedendomi perché continuavo a farlo… beh, penso che un oro e un argento europei siano una buona motivazione! Mi vengono sempre in mente le parole di un mio allenatore di Savona i risultati che arriveranno sono sempre e solo un punto di partenza, mai di arrivo, e io seguo questa filosofia.>>

Secondo te, perché la pallanuoto è così poco seguita? Cosa si potrebbe fare per attirare maggiormente l’attenzione su questo sport?

<<C’è da dire che adesso la pallanuoto è molto più seguita rispetto a qualche anno fa: ogni settimana viene trasmessa, sui canali dedicati allo sport del digitale terrestre, almeno una partita del campionato di A1.
Purtroppo nessun imprenditore è disposto ad investire nella pallanuoto, eccezione fatta per il Recco. Penso che per pubblicizzare un po’ di più questo sport, servirebbe che se ne interessassero maggiormente i media: ho notato che importanti testate sportive scrivono, peraltro con una certa regolarità , di sport cosiddetti minori, come le bocce; la pallanuoto, con il Settebello campione del mondo, il Setterosa appena già dal podio e le Nazionali giovanili sempre ai massimi livelli, non merita forse, almeno, lo stesso riguardo? >>

In vasca c’è una percentuale maggiore di giovani per squadra rispetto ad altri sport?

<<Sì, nel mondo della pallanuoto si è capito che lavorando bene sui giovani del vivaio, si ottengono ottimi risultati. Certo, è una scelta che mostrerà  i suoi frutti nel lungo periodo, ma penso che ne valga la pena, anche perché, che senso ha strapagare un giocatore straniero, quando si hanno dei giovani che possono ottenere gli stessi risultati, se non addirittura migliori?!>>

Una tua opinione sul caso che ha infervorato i dibattiti appena prima dell’inizio del campionato: cosa ha davvero spinto il Recco a disputare, in aggiunta al campionato di A1, la Jadranska Liga (campionato maschile a cui partecipano i club più competitivi dei Paesi Balcanici, n.d.r.)?

<<Credo che il Recco sia una squadra a parte. Sostanzialmente non disputa il campionato di A1 da molto tempo: troppo divario rispetto alle altre squadre. Detto questo, non vedo la necessità  per il Recco di giocare in Jadranska, ormai, grazie ai numerosi successi della Nazionale maggiore, ma anche delle giovanili, siamo consci di non dover più imparare da ungheresi, serbi o croati. Adesso bisogna seguire solo questa strada, perché solo lavorando duramente si è in grado di ottenere i risultati sperati.>>

Un’ultima domanda: come è vissuta la pallanuoto a Bari, città  natale di un campione del calibro di Francesco Attolico?

<<Negli ultimi anni la pallanuoto è molto più seguita e la promozione della Payton in serie A, ha dato sicuramente un impulso positivo. Da poco è nata a Bari, con non pochi sacrifici, una scuola di pallanuoto autorizzata dalla FIN, il cui aspetto tecnico è curato nei minimi dettagli dal nostro coach, Giovanni Tau.
Francesco Attolico si aspetta da noi giovani un grande aiuto per la diffusione della pallanuoto, soprattutto tra i nostri coetanei, e mi ha detto che mi aspetta in Nazionale maggiore!>>

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati