Marc Chagall – Love and Life

di Andrea Giulia Monteleone

Marc Chagall – Love and Life

di Andrea Giulia Monteleone

Marc Chagall – Love and Life

di Andrea Giulia Monteleone

“Non si deve cominciare dai simboli, ma giungere a essi”.

Un pittore russo naturalizzato francese d’origine ebraica chassidica disegna le illustrazioni per la biografia dell’amatissima moglie, per due famosi scrittori e per un’edizione illustrata della Bibbia.
Viaggia tanto e costruisce uno stile artistico del tutto singolare.
Per questo si scontra con i pittori suoi contemporanei, perché persegue una personale poetica fatta di pochi simboli continuamente ed ossessivamente rimaneggiati: gli innamorati, il vecchio ebreo errante, i fiori, la vita rurale.
Questi temi così apparentemente semplici e comuni hanno un tale impatto emotivo sul pubblico che, sul finire della sua carriera, gli è addirittura commissionata una lunga serie di decorazioni di grandi strutture pubbliche: a Gerusalemme, Parigi, New York, Zurigo e Chicago.
Potrebbe essere la trama di un film di Woody Allen o di un romanzo di Philip Roth, eppure è solamente una sintesi della biografia di Marc Chagall.

chagall

Il pittore, simbolo del XX secolo è adesso in mostra a Roma, al Chiostro del Bramante, con i disegni e le litografie illustrative realizzate per i romanzi della moglie Belle, per la sua autobiografia e per un’edizione illustrata di “Anime Morte” di Gogol’ oltre che per “Le Favole” di La Fontaine ed una Bibbia. Di dipinti c’è ben poco.
Il progetto curatoriale di Ronit Sorek, infatti, è decisamente incentrato sulla scoperta dei lavori apparentemente più semplici dell’artista.
Ma questi piccoli disegni e guaches sono intrisi di una carica poetica enorme.

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Tutte le illustrazioni esposte sono un condensato -in una superficie microscopica- delle decine di simboli ed influenze culturali presenti nell’intera produzione di Chagalle.
La cultura ebraica, l’iconografia cristiana, la vita rurale russa, le avanguardie pittoriche del surrealismo e cubo-futurismo, sono tutti temi presenti sin dalle prime illustrazioni dedicate alla giovinezza della moglie, fino alle grandi tele dipinte poco prima che lei morisse (momento in cui il percorso curatoriale si interrompe).
Il percorso della mostra, seguendo un tema così preciso e terminando con una struttura a spirale per cui la prima ed ultima opera esposta comunicano evidentemente tra loro con una quasi perfetta identità di topoi, è talmente coerente da essere a tratti un po’ angusto.
Le opere sono esposte in ordine esclusivamente cronologico, per mostrare l’evoluzione della tecnica pittorica e la maturazione artistica.
Il risultato è senz’altro molto omogeneo, ma forse un po’ piatto.
Fanno sorridere le prime essenziali puntesecche con gli errori corretti con un preistorico bianchetto, e decisamente emozionare le ultime tele, tecnicamente ed ideologicamente complesse quanto perfette.
Ci si perde un po’ nelle atmosfere oniriche e fantastiche, e si è un po’ storditi da un percorso molto tradizionale e statico, con poca e primordiale interattività.
Continui sono i richiami alle opere pittoriche tramite installazioni video che mostrano il parallelismo tra le litografie e gli oli, l’evoluzione dei disegni monocromi in tele policrome.
Anche il gioco di magneti e la pedana interattiva conclusiva preferiscono utilizzare un dipinto piuttosto che un disegno per coinvolgere e salutare lo spettatore.
Qui, infatti, tramite un proiettore, si può guardare la propria immagine immersa ne “La promenade” e giocare con la luce, ma alla fine non sembra troppo strano vedere che la propria ombra – spalancando le braccia – sembri avere le ali.

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A cura di Andrea Giulia Monteleone.

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