LA RIBELLIONE DELLA CREAZIONE #5

di BarnOwl

LA RIBELLIONE DELLA CREAZIONE #5

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LA RIBELLIONE DELLA CREAZIONE #5

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Quinta parte

Sintesi della parte precedente: Esausto per le continue lotte con il protagonista del suo fumetto, Alberto, resosi conto di aver messo su una storia non soddisfacente, cede le tavole al collega Carmelo. Prende, così, tempo, e passa a disegnare l’antagonista. Incredibile, anche lui gli parla: ma con più calma, con spirito collaborativo…forse c’è ancora qualche speranza che Alberto non impazzisca del tutto! 

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“Eh, capo. Ho una domanda.”
Ritorno dal mondo dell’iperuranio.
“So che è probabilmente una domanda a cui non vorrai rispondere, ma…perché non smetti di litigare con Dane?”
E non nelle condizioni migliori: è stata appena toccata una nota dolente per me.
“Del resto, è necessaria la collaborazione tra voi due se volete proseguire.”
“Non è colpa mia se lui non mi vuole ascoltare.”
“Tutti così dicono…”
“Che vuoi insinuare? Guarda che ti cancello.”
“Rilassati. Intendo dire che è inutile dare la colpa all’altro. Bisogna specificare il problema.”
“Ma…è stato lui. È lui che ha causato il problema.”
“Questo è un atteggiamento sbagliato. Vuoi che la storia continui a sprofondare nel baratro della scarsa qualità, capo?”
La storia…Accidenti. Me ne sono completamente dimenticato del mio obiettivo, tanto ero preso dalla fervente discussione.
“Hai ragione, scusa.”
“Ora va meglio. Adesso, riprendiamo il discorso e riassumiamo qual è il problema.”
“Purtroppo non facciamo altro che bisticciare: lui la pensa in un modo per certe cose, io in un altro. Lui continua a ripetere cose come <<Ah, ma io quel ruolo non lo faccio>>. Non vuole collaborare, ecco.”
“E tu?”
“Io, ovviamente, cercavo di proseguire per la mia storia, però quello aveva sempre qualcosa da ridire. Sulle mie scelte, intendo.”
“Che sia così, è chiaro. E tu non hai provato nemmeno una volta ad ascoltare le sue richieste.”
“Certo che no. Sennò, la storia non sarebbe proseguita molto bene.”
“Però, almeno una prova l’avresti dovuto fare.”
“Ti ripeto di no.”
“Allora, capo” il suo tono si fa più serio “te l’avrò già detto, ma con questo atteggiamento non andrai molto lontano, lo sai.”
Rifletto sulle sue parole: è vero, non sarei andato molto lontano. Ho una grandissima voglia di cancellarlo, come feci con Dane quell’altra volta. Però…
Non è nemmeno il primo momento che ho dimostrato un tale atteggiamento: era successo una cosa del genere, qualche mese fa…

“E’ stato un fallimento totale!”
“Mi dispiace, Riccardo. E’ tutta colpa mia…”
“Darsi le colpe è assolutamente inutile. Guarda che lavoro che hai combinato. Ti avevo affidato questa storia, in cooperativa di una fumettista principiante. Ma questa storia è spazzatura. Fa schifo.”
“Capo, è perché abbiamo litigato in continuazione. Lui aveva sempre qualcosa da ridire e non andavamo mai d’accordo.”
“Certo, se tu facevi scelte comunque poco consone alla continuazione della storia.”
“Non m’importa chi è stato. Questo fumetto è da cancellare. Domani si darà l’annuncio. In quanto a te, Alberto…mi hai profondamente deluso. Chiuderò un occhio, ma sappi che tu mi hai…parecchio deluso.”

Mi torna in mente quella orribile ramanzina: per me era stato un altro dei momenti in cui il mio orgoglio era a pezzi. Il mio primo fallimento. Per il semplice motivo di non avere saputo ascoltare gli altri. Io…non riesco ad andare incontro agli altri. Ci credi? Un fumettista famoso per la qualità delle sue storie che si fa fregare dal proprio egoismo. È un difetto…Il mio difetto. Il difetto che mi ha totalmente fregato. E che ora riemerge per rovinarmi nuovamente.

Tutto questo fiume di parole mi passa per la testa in un singolo istante, lasciando dentro me una grande nota di amaro.
“…”
“…”
“Si è fatto ormai tardi. Domani ci dedichiamo alla stesura della tua personalità e dei retroscena.”
“In caso, domani ci dedichiamo anche alla correzione della storia principale.”
“Allora, che dire. Buonanotte…”
“Io non dormo. Ho solo guadagnato facoltà di movimento e di pensiero.”
Infatti, me lo chiedevo se i miei personaggi avessero avuto bisogno di riposo o roba del genere…
“Una cosa soltanto.”
“?”
“Per favore, non chiamare nessuno in aiuto domani. Primo, se qualcun’altro è vicino a te io perdo la facoltà di muovermi e parlare, dato che la tua aura di passione si mischia con quelle altrui. Solo se riveli il tuo segreto volontariamente, allora potrò prendere vita davanti le altre persone.”
Ecco perché Dane non si muoveva affatto davanti i miei assistenti.
“Secondo, domani iniziamo un addestramento che ti permetterà di migliorare la tua qualità di cooperazione. Ecco come risolveremo il tuo problema.”
Sembra una buona idea. Così potrò sbarazzarmi di questo difetto una volta per tutte.
“Del resto, buonanotte.”

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