Intervista all’autore di Billy Sacramento, Yari Gugliucci

di Giuseppe Ruggero Sabella

Intervista all’autore di Billy Sacramento, Yari Gugliucci

di Giuseppe Ruggero Sabella

Intervista all’autore di Billy Sacramento, Yari Gugliucci

di Giuseppe Ruggero Sabella

Intervista a Yari Gugliucci, autore di “Billy Sacramento”, edito da MGC Edizioni.

E’ per noi un onore avere la possibilità  di parlare con un giovane artista poliedrico, e molto coraggioso, che in un momento storico come questo, assai complesso, ha la forza e l’energia di gridare a squarciagola la particolare ed irriverente filosofia del Profeta “Billy Sacramento” : questo sbandato emigrante italiano che più nel profondo tanto sembra essere il caotico e sfaccettato prodotto dell’attuale bailamme sociale.

Chi è in breve questo “Billy Sacramento”? Cosa rappresenta costui? Chi è questo giovane e naufragante viaggiatore che a tutta velocità corre alla ricerca di un obbiettivo che pare più fumo che realtà concreta, e che a tratti sembra addirittura lottare contro se stesso?

Billy Sacramento è un anti eroe moderno che sfrutta i circuiti più ambigui dello show business per poter mettere fine a quel bruciore che da anni si annida nel suo petto e che specie la notte diventa insopportabile. E’ figlio dell’edonismo reganiano degli anni 80. Il cugino dell’era degli eroinomani della fine degli anni 70, il teenager cresciuto tra i disc-jokey che non hanno mai trovato la forza e la voglia di lasciare casa. Si ritrova con una media popolarità televisiva, accompagnato da un discreto ma saltuario stipendio legato alla scrittura di serie tv e l’unico obbiettivo che ha è respirare. Mettere i piedi a terra. Passano notti intere e lui è a largo di un Oceano come un naufrago della società . Per sua involontaria scelta, racchiude un surrogato di vizi cosidetti generazionali (sesso, alcool, dipendenza da facebook, voglia di successo), un cocktail di panna montata, di schiuma bianca che si gonfia ma che all’interno è spaventosamente vuoto.

Cosa vuole cantare questa malinconica “parabola sulla solitudine giovanile” come l’ha definita la stessa ed a te cara Fernanda Pivano, cosa cerca di esprimere insomma? Che forse il Profeta Billy è in realtà  la più alta metafora del torbido disagio dei giovani d’oggi, che affogano nel mare degli attuali fenomeni sociali come Facebook?

Quando ho partorito Billy Sacramento, mi sono accorto che era una creatura che prima o poi sarebbe venuta fuori e quindi senza grandi pretese ma con un enorme senso di volere far sentire la sua voce contro i disagi sociali, l’appiattimento dei valori e della vita stessa. Io e il mio compagno Billy siamo il più vicino esperimento dai tempi del Dott. Jeckyl e MR. Hide. La solitudine dei ragazzi si tocca con mano, la paura del futuro ci mette in cerca di oggetti e cose da elettrochock. Sacramento sarebbe dovuto arrivare

Come tu stesso hai affermato, il suggerimento iniziale con il quale cominciasti il progetto “Billy Sacramento” trae uno spunto autobiografico: quanto ha dunque di te in questo solitario e ribelle naufrago italiano? Rappresenta in un certo qual modo il tuo alter-ego, una tua potenziale proiezione?

Sovente mi viene fatta questa osservazione e spessissimo ricorro all’alternativa di una risposta meno vincolante per l’autore. A chi mi conosce di persona o solo mediaticamente esorto a non immaginare che sia Yari il protagonista, in modo da cogliere il messaggio più uniformemente. Ad altri invece mi limito a fare un parallelo con autori che nelle loro opere hanno personaggi cosi agli antipodi ( Riccardo III ed Amleto, etc) ma a te dirò sinceramente che le realtà  che racconto e che ho sicuramente visto e a volte vissuto, sono molto comuni a chi si mette in questa scia.

Billy Sacramento vorrebbe tentare di denunciare alcuni elementi del nostro contesto sociale come il prima citato Facebook. In che modo lo fa , e soprattutto, perchè la voglia di tornare a conversazioni reali e tangibili tra individui che si guardino dritti negli occhi quando invece sembrano essersi perduti nella più apatica ed assolutamente fittizia virtualità  della chat?  Alla luce di ciò, cosa deve dunque carpire e filtrare un giovane ragazzo che entra in contatto con lo stile di vita di “Billy Sacramento”, cosa deve fare per non smarrirsi anche lui in questo oceano infernale che è al tempo stesso silenzioso e sterile tanto da far perdere la strada durante il cammino?

Come avrai notato Facebook è per l’autore, e quindi per il percorso di Billy, cosi determinante che ho voluto dividere ironicamente il racconto in Antico e Nuovo Testamento. Ciò proprio in quel solco tra il prima di Facebook (con Billy che si muoveva e conosceva gente e luoghi in un certo modo) e da Facebook in poi (che rappresenta la fugacità  di un incontro casuale mettendo però a tacere quello spirito ed istinto creativo prima del social network). Se Billy incontrava una donna che lo aveva per caso sorriso ed incuriosito, magari seduta di fronte a lui sul treno in una metropolitana di New York, sapeva che se non l’avrebbe fermata subito e contattata solo basandosi su quell’istante, probabilmente non l’avrebbe rivista mai più. Oggi invece sarebbe bastato incontrare in un ascensore la stessa donna e chiederle con una scusa qualsiasi il suo nome per poi approdare ad un più tranquillo e studiato contatto su Facebook: ” Ciao, sono quello dell’ascensore…”

Mi spiego? La bellezza del tempo, il rispetto e la sudditanza che ci impone, che noi lo vogliamo oppure no, va rispettato. E’ come andare contro natura. Billy lo capisce sulla sua pelle ed il finale sai come và . Ai ragazzi non posso permettermi di privarli del brivido di questo emozionale modo di conoscersi. Ma posso essere un testimone sincero di una brutta esperienza che lascia il tempo che trova come una brutta guerra destinata per fortuna a finire.

Che consiglio ti senti di dare ad un giovane ventenne del nostro Paese? Un giovane che carico di nient’altro che dei propri studi, dei propri sogni e delle proprie speranze, tenta con tutte le proprie forze di sopravvivere a questo furioso tornado sociale e culturale con il quale inevitabilmente deve fare i conti?

I consigli mi mettono il nervoso come una abito stretto. Posso solo dire che regna la confusione e Billy ne parla abbondantemente quando si ritrova ogni volta sempre più solo. Siamo in un Caos emotivo. Sulla pagina del libro della vita che cancella il passato ( indebolendo istituzioni, regole, religione, famiglia, etc ) e ci affacciamo in una nuova era con nuove forme di rapporti, regole, strutture, nazioni, continenti (India, Cina, Brasile) facciamocene una piacevole e serena abitudine ed apriamoci serenamente al cambiamento. Ci hanno assegnato del resto questo periodo storico per esserne testimoni. Forza e coraggio. Ce la faremo e sarà  divertente.

Concludendo Yari, progetti artistici futuri???

Beh sono cosi tante le richieste di scriverne subito un altro che comincio a pensarci sul serio. Ma non vi libererete presto di me neanche in Tv. Sacramento è arrivato fino in Giappone, ne vedremo delle belle con la traduzione del libro. Grazie

Grazie a te. I nostri più affettuosi auguri per la tua carriera.

Biografia di Yari Gugliucci

Yari Gugliucci nasce a Salerno il 15 ottobre del 1974. Dopo aver terminato gli studi classici, si laurea in Sociologia presso l’Università  degli studi di Salerno, nel 2001, conseguendo altresi una laurea specialistica in Filosofia. Nonostante gli studi umanistici, rivela tuttavia prestissimo la sua brillante vena artistica. Alla giovane età di 13 anni il debutta al Teatro San Genesio di Salerno. Il momento dell’esordio sul grande schermo arriva invece con film “Isotta”, di Maurizio Fiume. Successivamente interpreta il ruolo di Giancarlo Siani, giornalista di Torre Annunziata de “Il Mattino”, assassinato dalla Camorra la sera del 23 settembre 1985. Nel 1998 il regista Marco di Tillo lo vuole come attore nella brillante commedia “Un anno in campagna”, pellicola distribuita da Cinecittà Luce. Consegue in seguito numerosi premi, tra i quali quello come “migliore attore” allo Stockholm Clorophilla International Film Festival, a Mosca, poi riceve un riconoscimento dalla New York Giornalism Department e a Baden, in Germania, dove, insieme al parlamentare palermitano Leoluca Orlando, riceve il Nastro d’oro per l’impegno civile alla lotta contro la criminalità  organizzata. Vanta poi significative collaborazioni con importanti ed illustri registi come i Fratelli Taviani, Lina Wertmuller, della quale è grande amico, ed il regista polacco Rebinsky, il quale lo inserisce nella sua produzione teatrale in Inghilterra accanto a prestigiosi e straordinari attori americani del calibro di Michelle Pfeiffer e Kevin Kline nel riadattamento di “The Tempest” di William Shakespeare. Dopo ulteriori partecipazioni a produzioni televisive sempre nella Grande Isola,vantando tra l’altro una collaborazione con la celebre attrice Maggie Smith. E’ invece il regista Stefano Reali a riportarlo in Italia, dandogli il ruolo dell’ultimo Re di Napoli, Francesco II, nella miniserie televisiva “Eravamo solo milleâ”, e quello di Mimmo ne “La terza verità”. Nel 2011 pubblica lâ “irriverente parabola sulla solitudine giovanile”, cosi come è stata definita dalla critica, “Billy Sacramento”, il romanzo che sta sorprendendo gli Stati Uniti.

 

Billy Sacramento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati