g. l’eco chic

di Mauro De Clemente

g. l’eco chic

di Mauro De Clemente

g. l’eco chic

di Mauro De Clemente

Era verde. Verde fino al midollo. Nelle sue vene si era fatta iniettare linfa al posto del sangue. Per lei il trattato di Kyoto era un insulto. Il termine riduzione le faceva venire il voltastomaco. Bisognava azzerare. Anche le scoregge. Possibile che non esistesse ancora una marmitta da ficcare nel culo agli esseri umani? Non bastava riciclare plastica, vetro, polistirolo e metalli tutti nello stesso cassonetto. L’umido era il vero problema. Perché l’umido andava gettato da cestino piccolo a cassonetto enorme senza il passaggio intermedio del sacchetto di plastica. In più occasioni erano rimasti indigesti ai capodogli.

Lei non accendeva il riscaldamento. Le bastava coprirsi con tre maglioni in più e rimanere sotto le coperte. D’estate manometteva di nascosto i condizionatori dei suoi vicini. Si era rasata a zero. Niente shampoo, balsamo, lacca, tintura, messa in piega e fon in un colpo solo. E soprattutto un decimo dell’acqua consumata. Faceva la pipì una sola volta al giorno, nella doccia. Vegana. Per il bisogno grosso era stitica di suo.

Aveva abolito da tempo gli assorbenti in favore della mooncup mestruale. Gli indumenti li riciclava. Avrebbe riciclato anche il figlio di qualche sconsiderata. E avrebbe sposato un uomo a cui non piaceva il sesso. In due si consuma meno. Se fosse stata fortunata lo avrebbe trovato sterile. I preservativi per loro natura non potevano essere biodegradabili.

Niente tv, radio o pc. La tecnologia non si crea e non si distrugge. A differenza di un matrimonio. Flyer e free press. C’era abbastanza carta straccia al suolo da poter dare fuoco al mondo. E se gli uomini e le donne non avessero seguito il suo esempio, ogni cosa sarebbe diventata cenere ben presto.

Solo una soluzione le era sfuggita. Di fronte alla forza della natura, d’altronde, gli uomini e le donne non avrebbero mai avuto rimedi. Un ramo d’albero le fracassò il cranio. Morì. Non avrebbe mai più sporcato.

 

Tratto da “Erano – 26 racconti per gente che fu”.

All rights reserved

 “Erano – 26 racconti per gente che fu”.

Ventisei racconti. Minimali; a volte irriverenti, altre delicati. Perché dopo un pugno nello stomaco è piacevole tornare a respirare.

Ventisei ritratti. Inconsueti; a volte deliranti, altre pacati. Perché di pagina in pagina è piacevole continuare a sorprendersi.

Dalla a alla z, ventisei testamenti al tempo passato eppure attuali. Ventisei ricordi di vita di persone e di oggetti, senza censure e inibizioni. Ventisei confessioni che seppelliscono sotto una lacrima dolce e una crassa risata chi si prende troppo sul serio.

L’autore è Chet, un italo-americano nato a Oak Hill e trasferitosi nella citta’ eterna.

fan page facebook: http://www.facebook.com/pages/Erano-26-racconti-per-gente-che-fu/343169209091003

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati