The Cal Pirelli 2016 – dall’eros d’autore al ritratto di potere

di Martina Cotena

The Cal Pirelli 2016 – dall’eros d’autore al ritratto di potere

di Martina Cotena

The Cal Pirelli 2016 – dall’eros d’autore al ritratto di potere

di Martina Cotena

Un nuovo The Cal firmato Leibovitz

Nei momenti di crisi le donne hanno sempre fatto un passo avanti per affrontare la situazione. Nonostante il dolore o la paura sono sempre riuscite a trasformare la loro emotività in forza. La forza di essere presenti.
Una delle ultime e più grandi prese di posizione che ci ricorda la storia fu nel 1915, quando troppi furono gli uomini richiesti al fronte e le donne passarono da “angelo del focolare domestico” a membro attivo dell’economia e della società collettiva. S’impegnarono in settori come meccanica, trasporti, amministrazione pubblica, metallurgia e riuscirono; anche se le speranze della loro “vittoria” sui mestieri maschili era, nella mente di molti, già un per scontato fallimento.

Eppure sulle donne, millantate come “sesso debole”, Gandhi ha detto:
”Chiamare la donna il sesso debole è una calunnia; è un’ ingiustizia dell’uomo nei confronti della donna. Se per forza s’intende la forza bruta, allora sì, la donna è meno brutale dell’uomo. Se per forza s’intende la forza morale, allora la donna è infinitamente superiore all’uomo. Non ha maggiore intuizione, maggiore abnegazione, maggior forza di sopportazione, maggior coraggio? Senza di lei l’uomo non potrebbe essere. Se la non violenza è la legge della nostra esistenza, il futuro è con la donna […]. Chi può fare appello al cuore più efficacemente della donna? Se soltanto le donne dimenticassero di appartenere al sesso debole, non ho dubbio che potrebbero opporsi alla guerra infinitamente meglio degli uomini. Dite voi cosa farebbero i vostri grandi generali e soldati, se le loro mogli, figlie e madri si rifiutassero di sanzionare la loro partecipazione a qualsiasi forma o tipo di militarismo.”

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Donne, creature fragili e forti: queste sono Le donne protagoniste di the Cal 2016, il celeberrimo calendario Pirelli che, dopo una chiusura di anno 2015 cosi drammatica e difficile per il mondo, mette da parte le solite immagini sexy e conturbanti dell’eros d’autore per ritrarre LE Donne.
13 Donne (con la D maiuscola) toste, quelle fotografate dalla Leibovitz, Donne che hanno dimenticato di essere il “sesso debole” e hanno raggiunto traguardi importanti in tutti i campi giocando fuori dagli schemi e dimostrando di poter vincere sul mondo in modo “the freak”.

«Quando Pirelli mi ha contattato», ha dichiarato Annie Leibovitz, «mi hanno detto che desideravano intraprendere un percorso diverso rispetto al passato. Hanno suggerito l’idea di fotografare donne che in qualche modo si sono distinte. Ci siamo trovati d’accordo e l’obiettivo successivo è stato quello di essere molto diretta: volevo che le fotografie mostrassero le donne esattamente come sono, senza artifici».

E cosi, su uno sfondo grigio medio nel Meatpacking District di Manhattan: Annie Leibovitz, Donna classe 1949 e figlia di basi militari in giro per il mondo, ha riunito in un minuscolo spazio vitale 13 donne dai 19 agli 82 anni ed ognuna, con i propri vestiti, pochissimo trucco e sotto una luce “drammatica”, si è sperimentata in un ritratto dove non conta la vanità ma lo spirito di un idea.

AGNES GUND, 77 anni, bianca anglosassone, presidente onorario del MoMA, mese di marzo, ha portato con sé la nipote Sadie, 18 anni, studentessa nera. «Questo calendario è un passo. Segnerà un momento, avrà un ruolo, servirà a lanciare un messaggio: la bellezza non è solo estetica, ma intelligenza. Una donna al potere è un esempio che parla di uguaglianza, a cominciare da quella con gli stipendi degli uomini».

La bellezza è la forza, le rughe, i sorrisi, gli sguardi pieni di quell’intelligenza abnegazione e coraggio che Gandhi ammira nelle donne. Ed ecco i 12 mesi di frontwoman che Leibovitz ci offre:

NATALIA VODIANOVA. 33 anni, top model russa, nata poverissima. Oggi SUPERMAMMA di 4 bambini, fondatrice e presidente di Naked Heart, associazione che segue i bambini in difficoltà in famiglia e negli istituti.

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KATHLEEN KENNEDY. 62 anni, IPER-produttrice, americana. E.T., Indiana Jones, Ritorno al futuro, Schindler’s List, Chi ha incastrato Roger Rabbit (per fare giusto due nomi)… Nel 1981 fondò la Amblin Entertainment con Steven Spielberg e il marito Frank Marshall, oggi è capo della Lucasfilm, acquisita dalla Disney, che ha prodotto Star Wars: Episodio VII, in uscita a metà dicembre.

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YOKO ONO. 82 anni (la donna più anziana immortalata in un Cal Pirelli), giapponese, Artista pop: Arte concettuale, performance, film sperimentali, album musicali…e, ovviamente, la donna che stregò John Lennon.

SHIRIN NESHAT. 58 anni, iraniana, visual artist: tra cinema, video e fotografia analizza il ruolo della donna nella società islamica di oggi. Nel 2009 ha realizzato Donne senza uomini, il primo lungometraggio, che ha vinto il Leone d’argento per la miglior regia al Festival di Venezia. «La visione di Annie è quella di donne forti, di cultura, che si muovono con stile. Il mio corpo è un’estensione della mia arte».

YAO CHEN. 35 anni, ,cinese, attrice social, nel 2014 è stata inserita da Time tra le 100 celebrity più conosciute a livello globale, mentre Forbes l’ha piazzata al n. 83 tra le donne di maggior potere. Nel 2011, nella Thailandia del Nord, ha iniziato il suo impegno sociale per i rifugiati con l’Alto Commissariato dell’Onu (Unhcr).

SERENA WILLIAMS. 33 anni, “la racchetta magica americana”. Negli occhi abbiamo ancora la sua inimmaginabile sconfitta agli US Open con Roberta Vinci, che le ha negato la possibilità del Grande Slam, ma lei resta la tennista numero uno del mondo da 259 settimane: 21 titoli nei tornei del Grande Slam e un oro all’Olimpiade di Londra 2012.

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AMY SCHUMER. 34 anni, comica americana che si batte contro la proliferazione delle armi. Popolarissima e premiatissima grazie allo show Inside Amy Schumer e protagonista del film Un disastro di ragazza, che ha scritto assieme a Judd Apatow.

AVA DUVERNAY. 43 anni, americana, regista record. Il suo nome è legato a Selma – La strada per la libertà, che ha ottenuto agli Oscar 2015 la nomination come miglior film e la statuetta per la miglior canzone, Glory. Lei, invece, ai Golden Globe 2015 la nomination come miglior regista, prima afroamericana.

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MELLODY HOBSON. 46 anni, americana con una vita degna da commedia romantica post-moderna: Un incontro a una conferenza d’affari nel 2006 (lei già manager di successo) ha conosciuto George Lucas, il «papà» di Star Wars. Nel 2013 si sono sposati allo Skywalker Ranch (California) e hanno una figlia, Everest, nata da madre surrogata. Adesso è alla guida di Dreamworks Animation. «Quando ho detto a mio marito che avevo accettato di far parte del cast del Pirelli, mi ha guardato storto: “Sei sicura? È una cosa piuttosto sexy”. Un punto di vista maschile, ovviamente. Invece sento la responsabilità di una presenza che possa essere d’ispirazione per le più giovani, ancora troppo discriminate»

PATTI SMITH. 68 anni, americana, cantante poetessa: la «sacerdotessa» della New Wave. Nella sua lunga carriera ha inciso 15 album, fatto concerti e reading di poesie, pubblicato libri e due biografie.

TAVI GEVINSON. 19 anni, americana, LA fashion blogger perché l’etichetta di «fashion blogger» è nata con lei che a 12 anni si è inventata Style Rookie, un blog sui trend giovanili che l’ha portata in prima fila alle Fashion Week. Oggi, a distanza di pochi anni, è scrittrice e direttore di magazine, attenta alla cultura pop e alle tematiche femministe.

FRAN LEBOWITZ. 64 anni, americana e opinionista insider. Amata per l’umorismo caustico, conosce vita morte e miracoli di New York (il suo primo libro di successo è Metropolitan Life): a lanciarla fu Andy Warhol come columnist di Interview. Accanita fumatrice è la paladina dei diritti dei fumatori.

E come diceva Gaber : “Secondo me la donna, e l’uomo, sono destinati a diventare, uguali. In questa nostra epoca, la civiltà si è data un gran da fare, per attenuare certe differenze che erano causa di profonda ingiustizia. C’è stato un graduale avvicinamento, nel modo, di comportarsi, di sentire, di pensare. Insomma, di vivere. Fino alla tanto sospirata parità. Però, secondo me all’inizio di tutto, c’è sempre una donna.” ..e quindi iniziamo cosi questa preview di 2016.

Di Martina Cotena.

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